30/12/09

[Free music for punx]
Янка Дягилева (Siberian punk poetess/folk singer) - Деклассированным Элементам (Lp 1988)
[Puj] Dopo i truci Orgazm Nostradamusa, proseguiamo la nostra panoramica sul punk siberiano, facendo un passo indietro, in epoca sovietica. E parliamo della semi-leggendaria Yanka Dyagileva, poetessa e folk singer underground morta a 24 anni in circostanze misteriose: nel maggio del 1991, il suo cadavere fu ritrovato in un fiume poco lontano da casa. Suicidio (dovuto alla depressione della quale Yanka soffriva da tempo) o omicidio (ad opera di qualcuno che non gradiva la sua dissidenza politica)?
Yanka er
a nata nei pressi della cittadina siberiana di Novosibirsk nel 1966 e, da giovanissima, prese a trasformare in poesia e musica il senso di estraneità alla società nella quale fu costretta a vivere ed iniziò a frequentare il giro punk siberiano. Nel 1987 avviò una tormentata relazione amorosa e artistica con il leader dei Grajdanskaia Oborona, Egor Letov, personaggio chiave della scena anarchica russa che dopo il crollo dell'Urss abbracciò posizioni "discutibili" e fu tra i fondatori del Partito Nazionale Bolscevico, movimento politico vetero-comunista e nostalgico.
Yanka e Letov, tra l'87 e l'88 condussero un'esistenza nomade a causa dei problemi che il cantante ebbe con lo stato sovietico. Letov racconta che in quell'anno lui e Yanka rubavano cibo dai mercati, vivevano con meno di 40 centesimi al giorno e dormivano dove capitava: scantinati, appartamenti abbandonati, carrozze dei treni... I Grajdanskaja Oborona di Letov furono la band di Yanka, a fianco della quale si esibì in concerti in giro per la Russia. Gli ultimi mesi della sua esistenza li ha trascorsi isolata nella casa in legno del padre, nella campagna intorno a Novosibirsk, dove era nata ed aveva trascorso l'infanzia. Non pubblicò mai nulla di ufficiale nel corso della sua vita, ma solo cassette incise un po' dove capitava e duplicate abusivamente che circolarono
nell'underground russo come samizdat. L'eredità di Yanka consta di 29 canzoni e un libro di poesie.
Yanka morì poco prima del collasso dell'Urss e visse interamente nell'epoca sovietica. Anche per questo è un pers
onaggio che in qualche modo mantiene l'ingenuità e la purezza di un'epoca nella quale la dissidenza aveva un sapore unico e irripetibile. Yanka non si dovette mai confrontare, a differenza di Letov e di tanti altri, con le contraddizioni della Russia capitalista; come l'amico Sasha Bashlachev, anch'egli musicista e grande poeta della gioventù clandestina russa (ne parleremo!), del quale Yanka pianse la morte (per suicidio) avvenuta nel 1988.
Le canzoni di Yanka Dyagileva sono espressione di un'angoscia e di una inquietudine che hanno radici lontane e antiche nella cultura russa. Alina Simone, una cantante americana che ha recentemente pubblicato un disco nel quale reinterpreta alcuni brani di Yanka, definisce le sue canzoni "grovigli ironici di slogan comunisti, fiabe russe, inni dell'esercito sovietico, e immagini apocalittiche di una nazione che sbiadisce". Sulla base dei miei goffi tentativi di tradurre i testi con il translator di google, non posso che abbraccicare in pieno questa definizione!
Qui sotto, trovate "Declassirovannim elementam", raccolta contenente 12 brani registrati nel 1988 con i musicisti dei Grajdanskaja Oborona sotto lo pseudonimo di Velikie Oktyabri ("I Grandi Ottobri"), la cui copretina originale è un foglio di carta scritto a penna. Il mio album preferito di Yanka!

>>> Download Yanka Dyagileva - "Declassirovannim elementam" (1988) in .mp3 (.rar - 62 mb.)

29/12/09

[Free music for punx]
ОРГАЗМ НОСТРАДАМУСА (Anarcopunk, Siberia - Russia) - Лихорадка неясного генеза (LP 1998)
[Puj] Tempo fa, di ritorno dai nostri concerti in Russia, abbiamo postato alcuni esempi di d.i.y. punk russo. Parlare di Russia, però, significa prendere in considerazione un paese di 17 milioni di km quadrati, che si estende da ovest a est per 9.000 chilometri attraversando undici diversi fusi orari: è ovvio quindi che tra i gruppi provenienti dalle due metropoli più occiden
talizzate dell'ex-Urss (Mosca e San Pietroburgo) e quelli originari delle immense pianure siberiane a migliaia di chilometri dall'europa, corra quindi una differenza enorme, sia a livello musicale, che di attitudine. Se a Mosca e San Pietroburgo tutto è abbastanza allegro (per quanto possano essere allegri i russi), tutti sono protesi verso le mode occidentali, hanno un attitudine piuttosto positiva e un approccio molto art-oriented, in Siberia l'umore sembra sprofondare in una pozza di fango gelato. La musica trasuda astio, paranoia, disfatta. E' come se nell'animo dei punx siberiani covasse una rabbia malsana, che i connazionali occidentali nemmeno si sognano. Anche politicamente le bands siberiane appaiono enigmatiche e, a volte, ambigue: avevamo parlato dei Grajdanskaja Oborona (Difesa Civile) di Omsk, la più celebre band siberiana, che molti in occidente considerano un gruppo con simpatie di destra benché i suoi componenti si siano sempre e sinceramente proclamati "anarchici". Il problema è che per anarchia i siberiani intendono qualcosa che ha poco a che fare con la politica, con la storia o con la filosofia: la loro è una sorta di poetica ultra-decadente, una scelta di vita all'insegna della solitudine e della follia, una specie di insofferenza generalizzata che sfocia in atteggiamenti distruttivi e nichilisti. Il problema è che noi facciamo fatica a comprendere come si possano nascondere ideali "rivoluzionari" in questo approccio. E ci ostiniamo ad applicare le nostre categorie storico-politiche (di destra/di sinistra, per esempio) alle inclinazioni politiche dei russi, senza sapere che per loro, queste, non hanno alcun significato, o comunque hanno un significato molto diverso dal nostro.
Il punk russo, prima che crollasse il comunismo, non ha fatto altro che prendersela con il regime sovietico, con le imposizioni, le restrizioni da esso attuate sull'esistenza e sulla libertà d'espressione delle persone. In Europa invece il punk ha avuto diverse declinazioni a livello politico e concettuale, perché i nostri nemici sono sempre stati più numerosi e più sfuggenti, e forse la nostra società più complessa. In Urss il nemico era uno solo: lo stato comunista, che incarnava tutto il male possibile ed immaginabile. Nel 1991 quel nemico si è tolto di mezzo da solo, da un giorno con l'altro. E le cose non sono migliorate come (e quanto) tutti speravano. Credo che questo sia
un dato importante per comprendere il senso di spaesamento, sfiducia e sociopatia che sprigionano, ad esempio, le canzoni dei ОРГАЗМ НОСТРАДАМУСА.
Gli "Orgasmo di Nostradamus" (!) definiscono il loro punk amorale (аморальный панк) e provengono da Ulan-Ude, cittadina situata nella parte meridionale della Siberia, a pochi chilomteri dal confine con la Mongolia, nella cui piazza principale ha sede la
più grande testa in pietra di Lenin mai scolpita in Urss (...). Credo sia per noi in effetti abbastanza arduo immaginare che cosa possa significare suonare punk e proclamarsi anarchici ad Ulan-Ude... Sui retroscena della vita della band, le leggende si sprecano: pare che i componenti del gruppo facessero parte di una specie di congrega di musicisti, poeti e artisti reietti che si ritenevano estranei alla società, e che per simbolo sfoggiavano una spece di croce in un quadrato, la Croce Gidrotsefala della tradizione russa pagana, simbolo di auto-distruzione e degradazione volontaria (purtroppo la somiglianza tra questo simbolo e la croce celtica non aiuta a sciogliere l'ambiguità politica delle punk band siberiane, che ancora una volta appaiono in tal senso piuttosto enigmatiche...). I membri della congrega erano soliti ritrovarsi in cimiteri o nei pressi di discariche di rifiuti, condurre un'esistenza parassitaria caratterizzata dagli eccessi alcoolici e allucinogeni ed esplorare derive psicopatologiche autoindotte per fustigare e mortificare la propria spiritualità. Che simpatici nichilisti siberiani!
Dal 1997 al 2002 gli Orgazm Nostradamusa sono stati una piccola celebrità underground della provincia russa, fino al loro scioglimento, avvenuto in seguito alla morte di due membri: Arkhip, il chitarrista, avvelenato da alcuni naziskin (!) e il cantante, l'incredibile Ugol, soffocato nel suo stesso vomito dopo aver ingerito un mix di vodka e pillole (un suicidio, si pensa). La musica degli Orgazm Nostradamusa ha qualcosa di davvero repellente e affascinante al tempo stesso: è sudicia e malata, ma anche epica ed evocativa. Su youtube si possono reperire alcuni surreali video (1,2,3,4) di concerti della band, tenutisi in deprimenti teatri di epoca sovietica ed in altre situazioni di una sciatteria completa.
Qui sotto trovate il loro primo album Лихорадка неясного генеза ("febbre di origine sconosciuta"). Crust-punk melmoso lacerato dai vocalizzi paranoici di Ugol...

>>> Download Orgazm Nostradamusa
Лихорадка неясного генеза LP (1998) in .mp3 (.rar - 97 mb.)

22/12/09

[Free books for punx]
Nicoletta Poidimani - Oltre le monocolture del genere (2006)
[Pep] Geniale allieva del filosofo marxiano Luciano Parinetto, Nicoletta Poidimani, l'autrice del testo (originariamente incluso in un volume omonimo più ampio) che il Kalashnikov Collective Headquarter qui propone all'attenzione dei suoi lettori, è da sempre tra le pensatrici più lucidamente attente alle tematiche di genere, lette nella prospettiva di un radicalismo spregiudicatamente orientato a demistificare le pseudo-evidenze che la cultura eterosessista vorrebbe, oggi ancor più di ieri, insediare e perpetuare nella coscienza individuale e collettiva.
In questo saggio magistrale e irrinunciabile la questione del genere è ricondotta al suo più ampio orizzonte di pertinenza, muovendo attraverso la sua specificità un inesorabile attacco concettuale, con riferimento alle rivoluzionarie prospettive della leggendaria teorica lesbica Monique Wittig, contro la Straight Mind, ovverosia quel conglomerato di scienze e discipline che soddisfa uno degli obiettivi essenziali della società capitalista: l'istituzione artificiale di differenze antropologiche (maschile/femminile, occidentale/orientale, abile/disabile, sano/folle...) che hanno come portato la strutturazione sociale di rapporti escludenti e gerarchizzanti.
Al testo di Nicoletta Poidimani dobbiamo una disamina dei processi più o meno sofisticati con cui l'odierna società occidentale cerca di produrre la cancellazione mistificante dell'indegnità delle proprie dinamiche di discriminazione ed oppressione sessuale denunciando ed attaccando ambiguamente quelle che si verificano nei contesti extra-europei, additati con fanatismo più o meno volgarmente xenofobo come i luoghi esclusivi e totali della barbarie: al riguardo si leggano le pagine clamorose e sconvolgenti sulle mutilazioni genitali praticate nell' ambito della medicina occidentale, in un clima di assordante silenzio etico e intellettuale, in cui lo spazio mediatico è totalmente saturato dalla denuncia delle “esotiche” mutilazioni musulmane. Se oggi la cultura straight si sta vertiginosamente rafforzando in un'Italia in cui i fanatici aggressori di migranti ed omosessuali ne sono soltanto i paladini più conseguenti, la lettura di un testo limpidamente chiarificatore come quello di Nicoletta Poidimani può rappresentare un momento decisivo di riflessione critica sull'esistente: nell'ostinata speranza che all'orizzonte si profili una lontana quanto necessaria apocalisse del nostro universo troppo “normale” e dei suoi funerei, mortiferi assetti identitari...

>>> Download Nicoletta Poidimani - Oltre le monocolture del genere [ITA] (.pdf - 32 pagg. - 12 mb.)

09/12/09

[Free music for punx]
THE SMITHS (U.k. post-punk) - Meat is murder (1985)
[Puj] Può una canzone cambiare la vita di una persona? No. Però può aiutarla a prendere decisioni significative, tipo quella di non mangiare più carne. Io, per esempio, l'ho deciso dopo aver ascoltato un pezzo degli Smiths:

"Heifer whines could be human cries / closer comes the screaming knife / this beautiful creature must die / this beautiful creature must die / a death for no reason / and death for no reason is murder.
And the flesh you so fancifully fry / is not succulent, tasty or kind / it's death for no reason / and death for no reason is murder. And the calf that you carve with a smile / it is
murder. And the turkey you festively slice / it is murder.
Do you know how animals die?
Kitchen aromas aren't very homely / it's not "comforting", cheery or kind / it's sizzling blood and the unholy stench of
murder. It's not "natural", "normal" or kind / the flesh you so fancifully fry / the meat in your mouth as you savour the flavour of murder.
No, it's murder. Oh... and who cares about and animals life ?
".

Meat is murder
(il cui testo, come avrete constatato, è di una chiarezza fatale) è contenuta nell'omonimo album del 1985. Chissà mai che anche qualcuno di voi carnivori, ascoltandola...

>>> Download "Meat is murder" by The Smiths (.mp3 - 8,4 mb.)

05/12/09

[We talk about... us]
Intervista al KALASHNIKOV COLLECTIVE su... Radio Fango!
[Puj] La puntata di Radio Fango di giovedì 19 novembre '09 ha ospitato un'intervista chilometrica ai K.
Radio Fango dura un'ora e parla di punk/hc, va in onda sulle frequenze di Radio Onda d'Urto, ogni giovedì sera dalle 22 alle 23. Al microfono: da una parte Mr. Andre Brigade, dall'altra, in quest'occasione, io, sarta, dino e il don. Quella sera riversammo sul povero andrea una fiumana di parole che a stento riuscì ad arginare. Malgrado tutto la puntata sforò solo di una ventina di minuti.
Se avete tempo e pazienza di ascoltarlo, il file audio dell'intervista si può scaricare dal blog di andrea, ovvero intombato.blogspot.com, che è molto bello e nel quale troverete anche vecchie puntate della trasmissione con interviste varie (Campus Sterminii, Vulturum...), nonché dischi in downloading a go-go ed interessantissime monografie su artisti punk/metal (ehm... non so bene come definirli, intendo dire quelli del giro che realizzano artwork per i dischi etc...etc...). Evviva!

>>> Download KALASHNIKOV interview for Radio Fango (19/11/09)